This must be the place è un film atipico, non si sa mai dove si andrà a finire, Paolo Sorrentino usa la cinepresa come un folletto, gioca con lo spettatore, lo sorprende, lo stupisce, traccia linee che non conducono da nessuna parte, ne accenna altre che porteranno a destinazione.
Il personaggio di Cheyenne è spassoso e malinconico allo stesso tempo, Sean Penn gli dà spessore ma anche la necessaria leggerezza, grazie alla quale può mantenere quella dimensione surreale, un po' folle che lo rende simpatico e attraente.
This must be the place è un puzzle e ci sono un sacco di pezzi interessanti. A partire dal gustosissimo cameo di David Byrne, nella parte di se stesso, vero "santone" musicale e riferimento spirituale per il tormentato Cheyenne, poi Ernie Ray, ricco uomo d'affari cinico e iper-materialista che gli presta la macchina per affrontare materialmente appunto il suo viaggio evolutivo. L'indiano silenzioso, che scivola sul mondo moderno come una fugace visione dal passato. Il ragazzo privo di fiducia nel mondo e in sé stesso, quello che segue la strada dell'emulazione senza avere idea di dove stia andando.
C'è tanta roba in questo film, espressa più con l'immagine che con la parola. E anche un sacco di musica. Il tutto ben miscelato, gustoso e soddisfacente, per spettatori curiosi, alla ricerca di idee fuori dagli schemi.
Interpreti:
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