Proviamo a raccontare una storia vera, di vita vissuta, di cosa significa veramente passare le giornate immobili su una carrozzina da una parte e prendersi cura di un simile individuo dall'altra.
Certo, ci sono i momenti di sconforto, a volte l'idea di farla finita fa capolino, sebbene, come giustamente viene fatto notare, anche il suicidio non è un'azione semplice da compiere per un tetraplegico. Tolti particolari momenti, resta una quotidianità fatta di mille dettagli, una persona in quelle condizioni è come un neonato, non è in grado di far nulla e deve essere aiutato in tutto. Se uno la vede con gli occhi di una persona cosiddetta "abile", è chiaro che può sembrare una fatica immane. Ma se proviamo per un attimo a vederla da un lato prettamente pratico e perché no, anche un po' cinico, allora scopriremo una vita fatta di gesti e momenti che per chi è in quella situazione fa parte della normalità: è la sua vita e basta.
Certo però che così siamo a livelli di sopravvivenza. Le giornate passano scandite da riti e scadenze regolari e sempre uguali, si tira a campare e l'unica cosa che resta da fare è pensare, pensare, pensare. L'uomo non è fatto solo per questo, serve di più. Allora ci vuole qualcosa o meglio qualcuno che permetta di fare ciò che non è altrimenti possibile fare: spostarsi, ascoltare musica, leggere un libro, insomma cercare stimoli. Un badante? Non basta.
Il nostro corpo è il mezzo per proiettare la mente al di fuori di se stessi, per realizzare ciò che si immagina e si desidera. E' frustrante non poterlo fare. Lo è anche quando, pur essendo aiutati da qualcuno, questo non riesca a cogliere il nostro bisogno, soprattutto in quei momenti in cui non è facile o non si riesce ad esprimersi come si vorrebbe. Serve un amico. Di più ancora, serve un'empatia, un'intesa, quel fenomeno quasi esoterico che permette a due persone di capirsi al volo.
Da una parte c'è un tetraplegico con una mente raffinata, colta e matura. Dall'altra c'è un uomo grande e forte, ignorante ma umile, onesto e istintivo per il quale prendersi cura di un uomo in ogni sua esigenza, sebbene faticoso non rappresenta un gran problema, è un lavoro che gli permette di vivere una vita migliore di quella precedente. Ma soprattutto con questa persona può condividere pensieri, opinioni, passioni: la pittura, la musica, le belle macchine, le belle donne. C'è uno scambio reciproco, ciascuno dà all'altro ciò che può, si crea una simbiosi, grazie alla quale conosceranno una serenità che li accompagnerà per tutta la vita. Con un simile legame, qualunque difficoltà o fatica passano e vanno, sottofondo di una scena più ampia e gratificante.
E' un sogno per chiunque, in qualsiasi condizione psico-fisica si trovi. Chi lo vive è fortunato, a prescindere.
Ulteriori informazioni su Eric Toledano
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