il protagonista è Ed, l'Uomo Qualunque, che vive in una casa qualsiasi, in una famiglia come tante altre, con un lavoro normale.
Perché mai un personaggio del genere dovrebbe essere interessante? La risposta è semplice: egli, proprio perché normale, è reale, vero, la vita che conduce non segue alcun copione, non è costretta all'interno di alcun recinto, ciò che avviene avviene perché Ed vive. Niente regole, se non quelle civili, niente copioni scritti da altri. Noi tutti possiamo immedesimarci in lui perché chiunque di noi potrebbe essere al suo posto.
E così la vita vissuta viene messa sullo stesso piano di una partita di calcio, dove tutti noi vorremmo essere protagonisti ma ci limitiamo ad osservare, appassionarci e possibilmente giudicare.
La grande ipocrisia viene a galla quando ciò che si vorrebbe non far vedere viene inevitabilmente scoperto ed ecco che tutti sono pronti allo scherno, a sbeffeggiare Ed per l'errore commesso, per il fallimento subito, per qualcosa che lo ha sorpreso o ingannato. Questo però non accade perché lo spettatore è crudele ma semplicemente perché non può fare a meno di esorcizzare la situazione che non vorrebbe accadesse a lui. Egli non commetterà mai l'errore che ha commesso Ed, dice a se stesso, non si sarebbe mai fatto scoprire, non si sarebbe mai fatto coprire di ridicolo. In realtà, nel proprio inconscio, egli sa benissimo che, al posto di Ed, si sarebbe comportato nello stesso modo e sarebbe caduto nel ridicolo esattamente come lui ma non può e non vuole ammetterlo.
Il danno però è ormai fatto. Le debolezze di Ed sono venute a galla e con esse quelle di tutti gli spettatori che lo stanno guardando, i quali, volenti o nolenti, dovranno fare i conti con questo nervo scoperto. Ad ognuno resta la scelta di come raccogliere i cocci, se ammettendo la propria debolezza e diventando quindi più forti e più maturi o rifiutando una verità che non si vuole accettare, chiudendosi in una convinzione ancor più finta e ipocrita.
In definitiva Ed TV è la ricerca della libertà, libertà da noi stessi, dai nostri stessi limiti e pregiudizi, dalla gabbia nella quale ci chiudiamo, spesso buttando via la chiave.
Anno di pubblicazione: 2003
Interpreti:
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