un esempio così lampante del genere risale a produzioni per così dire “antiche”.
La narrazione è di una freschezza, una vivacità che coinvolge lo spettatore fin dalle prime battute. Ottimo ritmo, trovate simpatiche ed esilaranti e soprattutto quel giusto mischiarsi di ironia e amarezza che denotano il nostro cinema migliore. La storia rappresenta lo spaccato della nostra società, in uno dei suoi momenti più attuali, quello dei famigerati call-center, in questo caso particolarmente estremo ma altrettanto reale. Ed è sconcertante come, da questo racconto, venga fuori così evidente la natura del nostro paese, infallibile nella sua capacità di far scaturire reazioni opposte come il riso e il pianto, l'allegria e la tristezza, la soddisfazione e la frustrazione, la gioia e la rabbia.
Il film di Virzì piace perché parla di noi e soprattutto ci rappresenta. Quelli là, sullo schermo, siamo noi, boia mondo, siamo proprio così ed è questo che ci fa sorridere e infastidisce allo stesso tempo. Il titolo lo riassume bene: Tutta la vita davanti, sembra un invito, una speranza, una spinta verso un radioso futuro che è lì a portata di mano. Ma di radioso c'è solo un effimero benessere, che dura il tempo di una collaborazione a progetto. Il futuro non è chiaro, nessuno pretende che esso sia già tracciato, sarebbe anzi un dramma, chi desidera seguire strade pianificate e obbligate? Il problema è che la strada non si intravede affatto, non si sa dove andare, si procede a tentoni, cercando di farsi largo in un mondo gommoso, restio ad accettare nuovi ospiti, nel quale ci si muove a fatica, invischiati in un'insipida brodaglia.
Tutta la vita davanti è il ritratto di un'Italia giovane e disorientata, che vuole emanciparsi ma allo stesso tempo ha bisogno di una guida che la sappia motivare, l'aiuti a scegliere. Forse è proprio la figura del mentore il grande assente del mondo attuale, o forse, più semplicemente, maestro e apprendista parlano lingue diverse o sono troppo lontani per poter comunicare. C'è uno scollamento fra le generazioni, probabilmente uno dei motivi per cui questo paese non riesce a crescere.
Anno di pubblicazione: 2008
Interpreti:
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