mercoledì 4 giugno 2008

INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO - Steven Spielberg

Chiariamo subito un fatto: questo film è riservato ai fan di Indy. Chi non è appassionato del personaggio o vuole avvicinarsi per la prima volta, probabilmente subirà una delusione. Per tutti gli altri sarà come ritrovare un vecchio amico dopo lunghi anni di separazione. E la riunione risulterà piacevole e tutto sommato soddisfacente.
Diciamoci la verità, nessuno di noi appassionati
va al cinema convinto di vedere un nuovo episodio del nostro eroe come se nulla nel frattempo fosse accaduto. Sono passati praticamente vent'anni dall'ultimo film della vecchia trilogia ed è logico supporre che l'inossidabile Harrison Ford non abbia più la stessa verve dell'epoca. In tutta franchezza, sarebbe persino irritante vedere un uomo di mezz'età mettersi a “fare il ragazzino” per accontentare il pubblico. Significherebbe trasformarsi in un semplice fenomeno da baraccone, la parodia di se stessi. Un attore con la “A” maiuscola come Ford non può permettersi un simile passo falso e un regista del calibro di Spielberg non commetterebbe mai un errore del genere.
Ciò che accade è che, proprio quelli che sembrerebbero i punti deboli della struttura che si intende mettere in piedi, ne diventano i punti di forza. L'interprete è invecchiato e il personaggio è invecchiato con lui. Avrà perso in agilità ma ha senza dubbio guadagnato in esperienza, saggezza, furbizia. E queste sono le nuove armi vincenti di cui Indiana Jones si servirà per conquistare ancora una volta i suoi ammiratori.
Anche se a dire il vero, di azione ce n'è a sufficienza e l'archeologo con la frusta e il cappello non si tira certo indietro anche quando c'è da fare a cazzotti, fermare un camion in corsa o scalare ripidi pendii. Insomma, Indy non sembra poi così vecchio come dice di essere lui stesso, ha ancora qualcosa da dire e soprattutto da insegnare al giovane Mutt, suo fresco discepolo.
In realtà, fila tutto a meraviglia, a parte la storia, senza dubbio quella con la trama più povera dei quattro episodi. Lo spunto potrebbe anche essere interessante, lo sviluppo appare però un po' troppo incentrato sull'azione e troppo poco sul mistero e l'intrigo. Il mistero c'è, è logico ma appare privo del fascino di cui era dotato in passato, si danno troppe cose per scontate e manca qualche spiegazione in più.
In definitiva, ne Il regno del teschio di cristallo, colui dal quale ci si poteva aspettare qualche segno di cedimento ha invece passato la prova a pieni voti (ma dopotutto, signori, fan o non fan, stiamo parlando di uno dei più quotati attori di Hollywood), mentre invece la delusione arriva proprio dal reparto dal quale tutto sommato ci si aspettava una conferma e cioè la storia. Si ha la spiacevole sensazione che Spielberg e Lucas si siano un po' adagiati sul fatto di fare contenti tutti con il solo ritorno di Indiana, senza preoccuparsi troppo del mondo in cui egli vive. Come se avessero dimenticato che il professore piace non solo perché è lui, ma perché è lui in quel preciso contesto.
Comunque, al di là delle critiche e degli apprezzamenti, si torna a casa con il sorriso ed è quanto ci si aspetta da un film come questo.
                              

Anno di pubblicazione: 2008
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