L'atmosfera cupa, infelice, disperata di una Los Angeles prostrata da un'epoca oscura fa da cornice alle gesta di un gruppo di personaggi che, come fantasmi, si trascinano in una stanca sopravvivenza, fatta da una parte ancora di gesti quotidiani mantenuti più per abitudine che per vero piacere, dall'altra di una straordinaria ricerca di se stessi, che li porterà a una deludente scoperta.
Blade Runner è fatto di eroi in lacrime, ai quali è stato tolto tutto, anche la gioia di vivere, l'essere padroni di sé stessi e del proprio futuro. E' una fuga, costante e affannosa, nel tentativo di sfuggire a un destino crudele, nel quale non v'è altro se non un vuoto privo di significato, un'esistenza insulsa, come una trottola che gira su se stessa all'infinito, senza mai fermarsi, senza mai approdare a nulla.
Solo la morte, alla fine, può dare una speranza, la vera liberazione, la fuga da questa valle di lacrime nella quale ci arrabattiamo meschinamente.
Se l'aderenza non è perfetta con la storia, la linea di pensiero, quella sì, fra Dick e Scott coincide. Spietata, non lascia scampo, abbandonando lo spettatore a un senso di profonda malinconia ma anche a una riflessione necessaria che, in tempi così travagliati, non possiamo esimerci dal fare.
Anno di pubblicazione: 1982
Interpreti:
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